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ITALIA DEL GUSTO, DELLE CURIOSITÀ E DEI PRIMATI NELLA GUIDA AI LOCALI STORICI D’ITALIA

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Presentata oggi a Milano la 43^ Guida ai Locali storici d’Italia con la presenza del Ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio

1. TURISMO: IL GUSTO ITALIANO NELLA NUOVA GUIDA DEI LOCALI STORICI, PER LA PRIMA VOLTA ANCHE IN APP. DA NORD A SUD, I 215 LUOGHI CULTO CHE HANNO FATTO LA STORIA DELL’OSPITALITÀ MADE IN ITALY

2. TURISMO: QUASI 40MILA ANNI DI STORIA IN 215 LOCALI STORICI, PRESENTATA LA NUOVA GUIDA. I PIÙ ANTICHI, I PIÙ ARTISTICI, I PIÙ GRANDI I PIÙ PICCOLI: L’ITALIA PIÙ BELLA ANCHE IN UN’APP

3. TURISMO: L’ITALIA PIÙ BELLA E MEGLIO FREQUENTATA NELLA GUIDA DELL’ASSOCIAZIONE LOCALI STORICI. DA MACHIAVELLI A DE CHIRICO, DA LIZ TAYLOR A GRETA GARBO A TOTÒ, LA STORIA D’ITALIA VISTA DAI SUOI LOCALI

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Comunicato stampa

TURISMO: IL GUSTO ITALIANO NELLA NUOVA GUIDA DEI LOCALI STORICI, PER LA PRIMA VOLTA ANCHE IN APP
DA NORD A SUD, I 215 LUOGHI CULTO CHE HANNO FATTO LA STORIA DELL’OSPITALITÀ MADE IN ITALY

(Milano, 21 giugno 2019). Hanno inventato l’aperitivo, il primo gelato da passeggio e il primo disco. Ma hanno dato vita anche alla prima orchestra interamente al femminile e ai primi tentativi di impiattamento. Pionieri ormai classici, datati ma senza crisi d’età, i “Locali storici d’Italia” (180 anni l’età media) si ripresentano nella 43^ edizione dell’omonima Guida, svelata oggi a Milano. Lanciata con la nuova versione in formato app, la Guida si concentra quest’anno sul “gusto italiano”, con un itinerario da Nord a Sud dello Stivale tra i più longevi santuari del palato tricolore. “Sono centinaia gli aneddoti sui grandi della storia, uniti da un comun denominatore: il buon gusto – ha detto il presidente dell’Associazione Locali storici, Enrico Magenes -. Storie che partendo da cibo, bellezza e ospitalità italiana incrociano in modo trasversale quelle del Paese: dal dominio straniero all’Unità d’Italia, al boom; dalla commedia dell’arte, al futurismo, al neorealismo”.
Si va dalla Torta Paradiso firmata dal pavese Vigoni, medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale nel 1906, alla pastiera da record del Caffè Gambrinus di Napoli, dove la classica “tazzulella” di caffè lancia la sfida al Nord, raccolta ad ovest dal Caffè Al Bicerin di Torino, apprezzato da Alexandre Dumas, Giacomo Puccini, Friedrich Nietzsche e Italo Calvino, e ad est al Caffè Florian dalla miscela “Venezia 1720”, sospesa tra note di cacao e spezie orientali. Spazio alla dolcezza, ma anche alla curiosità al Museo del Confetto di Andria (BT), dove i segreti dei Tenerelli di Giovanni Mucci sono custoditi. E se al ristorante dell’Hotel Vittoria di Pesaro il menù offre le “Ricette di Rossini”, dai Cannelloni creati dal compositore agli “Spaghetti alla Scala” spolverati con il tartufo bianco di Acqualagna, in provincia di Bolzano il Ristorante museumstube Bagni Egart Onkel Taa propone i piatti preferiti dell’imperatrice Sissi, al “Ristorante Terrazza Danieli” dell’omonimo leggendario hotel di Venezia lo chef Alberto Fol firma dei piatti ispirati ai viaggi di Marco Polo in Oriente, mentre l’Antica Focacceria S. Francesco di Palermo può vantare di essere stata la prima “sosta gastronomica” di Garibaldi e dei Mille dopo lo sbarco a Marsala.
Sotto le stelle Michelin, brillano il ristorante “Le Petit Bellevue” del Bellevue Hotel di Cogne (AO), guidato dallo chef Fabio Iacovone (1 stella), e il “Ristorante Carignano” del Grand Hotel Sitea di Torino con lo chef Fabrizio Tesse e Marco Migliol (1 stella). Non mancano le prime volte, come quella dell’aperitivo, un rito inventato al Caffè Camparino in Galleria Vittorio Emanuele a Milano all’inizio del Novecento, o del discusso gelato da passeggio, novità scandalosa lanciata negli Anni Trenta dal Caffè Fiorio di Torino e destinata a diventare una consumazione d’abitudine nelle generazioni a seguire. Negli stessi anni, fu invece il genio combinato di Gabriele D’Annunzio e Antonio Gioco, patron del Ristorante 12 Apostoli di Verona, ad avviare l’impiattamento sulla via senza ritorno dell’estetica, a partire dagli accostamenti di colore tra cibo e stoviglie. Pionieri in cucina, ma non solo: al Caffè Paszkowski di Firenze, negli Anni Venti del Novecento, tenne il primo caffè-concerto un’orchestra tutta al femminile, sfidando il fascismo a suon di foxtrot, e fu nella camera 306 del Grand Hotel et de Milan di Milano che il tenore Enrico Caruso e il maestro Gaetano Donizetti al pianoforte registrarono con Frederick Gaisberg “Una furtiva lacrima”, il primo disco piatto della storia.
Tra i gusti della tradizione enogastronomica regionale, si passa dal classico risotto con l’ossobuco nel milanese ai cappelletti con tartufo, piatto forte del Ristorante Antica Trattoria Al Gallo di Ravenna, ma anche la bistecca alla fiorentina in Toscana, la jota carsolina, una zuppa con crauti, patate e fagioli dell’Antica Trattoria Suban di Trieste, i bucatini alla matriciana nell’omonimo ristorante della capitale.
I 215 Locali storici d’Italia rappresentano i più antichi e prestigiosi alberghi, ristoranti, pasticcerie-confetterie-caffè letterari e fiaschetterie protagonisti della storia d’Italia, sedi di eventi importanti o ospiti di personaggi illustri. Con almeno 70 anni di esercizio, i Locali devono avere ambienti e arredi originali (o comunque che testimonino le origini del locale), ma anche presentare cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti e sulle frequentazioni illustri. Le regioni più rappresentate sono il Veneto, con 35 Locali recensiti, seguito da Lombardia (32), Toscana (28), Piemonte (22), Liguria (21) e Campania (20). Tra le province, si distingue Venezia, al comando con 19 referenze; medaglia d’argento per Genova (17), mentre Torino e Napoli (entrambe a 15) si dividono il 3° posto subito prima di Milano e Firenze (14). Da 43 anni sono tutelati e valorizzati dall’Associazione Locali storici, un ente senza scopo di lucro patrocinato dal ministero per i Beni e le Attività Culturali.

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Comunicato stampa

TURISMO: QUASI 40MILA ANNI DI STORIA IN 215 LOCALI STORICI, PRESENTATA LA NUOVA GUIDA
I PIÙ ANTICHI, I PIÙ ARTISTICI, I PIÙ GRANDI I PIÙ PICCOLI: L’ITALIA PIÙ BELLA ANCHE IN UN’APP

(Milano, 21 giugno 2019). Duecentoquindici locali per quasi 40mila anni di storia, un itinerario nell’Italia da gustare tra prime volte, curiosità, record e ospiti illustri dei più antichi ristoranti, hotel e pasticcerie cult. È la Guida 2019 ai “Locali storici d’Italia”, il volume gratuito curato dall’omonima associazione e presentato oggi a Milano, lanciato per la sua 43^ edizione per la prima volta anche in formato app. “Questi locali rappresentano dei veri e propri ‘musei dell’ospitalità’ – spiega Enrico Magenes, presidente dell’Associazione Locali Storici d’Italia -, una risorsa eccezionale per il turismo culturale che consente di scoprire concretamente, attraverso testimonianze, arredi e ricordi, il patrimonio storico del nostro Paese”.
Baluardi dello stile e del gusto made in Italy, i locali storici inseriti nella Guida sono infatti attivi in media da circa 180 anni e sono guidati nella metà dei casi da 2 o più generazioni della stessa famiglia, con storie che scavano nel passato fino a toccare le 12 generazioni. È il primato della famiglia Allegrina-Fontana, dal 1702 al timone del Ristorante Corona di San Sebastiano Curone (AL), seguito in provincia di Bolzano dall’Hotel Cavallino Bianco di San Candido – Innichen con la famiglia Kühebacher, giunta a 10 generazioni, e dall’Hotel Elefante di Bressanone con gli Heiss-Falk, a 8. A raggiungere le 7 e 6 generazioni sono rispettivamente 4 e 5 locali, mentre sono ben 16 quelli con la stessa famiglia alla guida da 5. Tra i più longevi, spiccano le storie pluricentenarie dell’Hotel Cavalletto e Doge Orseolo di Venezia e del Ristorante Oste Scuro Finsterwirt di Bressanone, nati entrambi nel 1200, e della Locanda del Cerriglio di Napoli, di “soli” 88 anni più giovane.
Sul fronte delle dimensioni, si trovano a Torino i più piccoli locali storici del Belpaese, il Caffè Mulassano e il Caffè al Bicerin, ma bisogna spostarsi a Padova e Ascoli Piceno per ammirare gli spazi più grandi, con il complesso monumentale del Caffè Pedrocchi e la palazzina sulla piazza del Popolo del Caffè Meletti. E le sorprese continuano nelle sale interne: con oltre 300 opere esposte l’Antico Caffè Greco di Roma è la più grande galleria d’arte privata al mondo aperta al pubblico, mentre sono i mobili originali Liberty del 1905 creati dal maestro ebanista milanese Eugenio Quarti a valere al Grande Albergo Ausonia & Hungaria del Lido di Venezia il premio per l’arredo più fedele all’originale.
Tra gli aneddoti più curiosi, il record per atti vandalici subiti nel 1987 dal Caffè Camparino in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, le cui vetrine furono vittime di dimostrazioni politiche per ben 87 volte, ma anche la lista dei debitori del Bar Jamaica di Milano, che nel 1922 vide l’allora direttore del “Popolo d’Italia”, Benito Mussolini, abbandonare il locale senza saldare il conto.
I Locali storici, tutelati e valorizzati da 43 anni dall’Associazione, devono avere almeno 70 anni di storia e devono conservare ambienti e arredi originali (o comunque che testimonino le origini del locale), ma anche presentare cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti e sulle frequentazioni illustri. Con 35 Locali recensiti, il Veneto è la regione più rappresentata, seguita da Lombardia (32), Toscana (28), Piemonte (22), Liguria (21) e Campania (20).

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Comunicato stampa

TURISMO: L’ITALIA PIÙ BELLA E MEGLIO FREQUENTATA NELLA GUIDA DELL’ASSOCIAZIONE LOCALI STORICI
DA MACHIAVELLI A DE CHIRICO, DA LIZ TAYLOR A GRETA GARBO A TOTÒ, LA STORIA D’ITALIA VISTA DAI SUOI LOCALI

(Milano, 21 giugno 2019). Un viaggio nell’Italia più bella, quella raccontata dalla Guida Locali storici d’Italia presentata oggi a Milano, ma anche nell’Italia meglio frequentata. Nel volume, gratuito e da quest’anno disponibile anche in formato app con geolocalizzazione, praticamente ognuna delle 215 strutture proposte lungo la Penisola ha almeno un aneddoto da raccontare che ha coinvolto personaggi famosi della storia, dell’arte, della politica e del jet-set internazionale. Tra caffè, confetterie, pasticcerie, grandi e piccoli hotel e ristoranti, l’associazione locali storici italiani (età media delle strutture: 180 anni) ha così voluto ricostruire nel volume anche le soste degli ospiti più illustri.
Si va dal Ristorante Albergaccio a Sant’Andrea in Percussina (Firenze), dove tra una partita a carte con l’oste e il mugnaio l’esiliato Niccolò Machiavelli scrisse Il Principe; al tavolino fisso di Giorgio de Chirico al Caffè Greco di Roma. Qui il pittore sedeva puntuale per l’aperitivo con i soldi contingentati dalla moglie e con un po’ di lapis in tasca con cui realizzava veloci disegni per i clienti e i camerieri per avere qualche banconota in più da spendere. Letteratura, pittura e ovviamente cinema, a partire da Greta Garbo e dal suo amato Grand Hotel Tremezzo, dal lei frequentato negli anni ’30 e citato anche nel film Grand Hotel del 1932. A Tremezzina, sul Lago di Como, la ricordano ancora e la vecchia suite nell’albergo belle époque oggi porta il nome della Divina.
Piccoli e grandi locali in grado di ispirare gli ospiti nel lavoro e nello svago. Come Richard Wagner, che dal 1879 al 1883 frequentò il Caffè Lavena a Venezia meditando e scrivendo, ispirato dalla vista veneziana su Piazza San Marco e Palazzo Ducale. Qui ultimò il duetto d’amore del secondo atto di Tristano e Isotta e lavorò al Parsifal. Ispirato anche Giosuè Carducci, che all’Albergo alla Posta di Caprile (Belluno) finalmente nel 1886 terminò la celebre poesia Davanti a San Guido. “M’addormento leggendo Shakespeare. Mangio carni ottime, trote che sanno di ninfe: gioco a briscola e farei poemi”, scrisse entusiasta il poeta toscano, primo italiano a vincere il Nobel per la Letteratura. Un altro Nobel, Luigi Pirandello, verso la fine degli anni Venti amava invece trattenersi nella terrazza marittima dell’Hotel Vittoria di Pesaro, per un cocktail inventato dal barman Alfredo e da lui chiamato ‘Calcio di mulo’ per la potenza della bevanda. Dai Nobel a un Pulitzer: Ernest Hemingway è tra i più ricordati nei locali storici del Paese. A Milano, al Bar Jamaica; a Verona, al ristorante 12 Apostoli assieme ad Arnoldo Mondadori; a Recco (Genova) dove gustò salame e focaccia al formaggio insieme a Ezra Pound, incidendo anche il proprio nome, ancora visibile, al Ristorante Manuelina. Oppure a Cuneo, quando si presentò al banco del Caffè pasticceria Arione per comprare due chili di Cuneesi al Rhum da portare alla moglie in vacanza a Nizza. I vini non erano ancora Doc quando al Negozio Sperlari di Cremona si presentava Giuseppe Verdi in persona per ordinare dolci e bottiglie di pregio per la sua casa/studio nel piacentino. Verso la metà del Novecento non poteva mancare Napoli e due mostri sacri della commedia: Totò ed Eduardo De Filippo. Il primo era così affezionato al Ristorante La Bersagliera (così veniva chiamata la proprietaria) che si fece riprendere in un filmato diffuso dal cinegiornale mentre gustava spaghetti e spigola con un bicchiere di vino. Il secondo, per anni mangiò al tavolo 19 del Ristorante Umberto, e spesso, quando recitava nel vicino teatro, chiedeva il pasto da asporto in scena. Per chiudere, arte e cinema anche a Firenze, con le risse tra i futuristi Marinetti e Soffici al Gran Caffè Giubbe Rosse, e con Franco Zeffirelli e Richard Burton accompagnato da Elizabeth Taylor, che si trovavano ogni sera al Ristorante Sabatini nel tragico novembre 1966, impegnati con la Rai al documentario post alluvione Per Firenze.

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