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CULTURA: LE LETTERE DI SCIPIONE MAFFEI AD ANGELO CALOGERA’ PUBBLICATE PER LA PRIMA VOLTA AL MONDO DA ASSOCIAZIONE CONOSCERE EURASIA E BIBLIOTECA NAZIONALE RUSSA SAN PIETROBURGO

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La corrispondenza letteraria tra il veronese Scipione Maffei e l’abate camaldolese Angelo Calogerà, tuttora custodita nella Biblioteca nazionale Russa di San Pietroburgo, torna alla luce grazie all’Associazione Conoscere Eurasia. E’ stato presentato oggi alla Biblioteca Capitolare di Verona il volume “Le lettere di Scipione Maffei ad Angelo Calogerà”: un’opera unica che raccoglie e pubblica per la prima volta mondo le 120 lettere, quasi tutte inedite, che il marchese scaligero scrisse, tra il 1729 e il 1754, al letterato veneziano (originario di Padova) e principale redattore di alcune fra le più rilevanti testate del giornalismo italiano del XVIII secolo.

Pubblicato dall’Associazione Conoscere Eurasia e dalla Biblioteca nazionale Russa di San Pietroburgo, l’edizione critica delle lettere e i commenti sono firmati dai docenti di Letteratura italiana all’Università di Verona, Corrado Viola e Fabio Forner, rispettivamente anche presidente e segretario del Cres, Centro di ricerca sugli epistolari del Settecento; mentre la prefazione è affidata a Margarita Logutova, curatrice del Dipartimento manoscritti e libri rari della Biblioteca nazionale Russa di San Pietroburgo.
Le lettere sono precedute da un ampio studio introduttivo di Antonio Fallico, presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia e, prima del suo trasferimento a Mosca nel 1974, ricercatore all’Istituto di lingua e Letteratura italiana dell’Università di Verona: circa 200 pagine in cui si evidenzia non solo il rapporto tra Maffei e Calogerà, ma anche quelli tra il marchese di Verona e gli altri letterari dell’epoca.
E si deve proprio ad Antonio Fallico, assiduo frequentatore della Biblioteca nazionale russa di San Pietroburgo, l’idea di pubblicare il materiale del ‘fondo espistolare 975’ che custodisce le 120 lettere senza responsiva (Maffei, infatti, distrusse le risposte ricevute da Calogerà) tra i due letterati del Settecento, svelando contemporaneamente il misterioso intreccio che le ha portate nella città russa.
Alla morte di Calogerà (1766), tutti i suoi scritti e carteggi vengono acquisiti da una società francese e successivamente acquistati, per 4.000 franchi, dal conte e generale russo di origine olandese, Jan Peter Van Suchtelen, avido appassionato di letteratura. Dopo la sua scomparsa le opere ritrovate nella sua ricca collezione sono entrate a far parte della più antica biblioteca pubblica della Russia e una delle più grandi del Paese, quella di San Pietroburgo.

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