“Nei primi 10 mesi di quest’anno – ha proseguito Ballotta a commento delle ultime rilevazioni dell’Osservatorio Paesi terzi – l’Italia cresce nel Paese-locomotiva per le importazioni mondiali di vino di quasi il 20% in valore, in linea con i diretti competitor. La Francia invece frena e chiude con un valore di poco superiore al 5%, determinato soprattutto dalla vistosa discesa del suo prezzo medio (-11,6%)”. Un calo quello del valore al litro – come segnala l’Osservatorio di Business Strategies realizzato in collaborazione con Nomisma Wine Monitor – che a eccezione di Italia (+3%) e Cile (+42,9%) ha coinvolto anche gli altri Paesi produttori, con l’Australia a -12,7% e la Spagna a -21,2%. Per Ballotta: “Un altro elemento significativo è l’incremento in Cina della domanda di sparkling, a +30,4%, con l’Italia – oggi quinto Paese esportatore verso il Dragone e secondo nella categoria spumanti – che dovrà essere pronta a intercettare questa nuova domanda di bollicine, così come negli ultimi anni è riuscita fare in tutto il mondo”.